A brescia gay pride giugno 2017

Ieri sera presso il salone Buozzi si è tenuta la prima riunione in vista del gay pride che si intende organizzare a Brescia per il giugno 2017.

Molto interessanti gli interventi che hanno messo in luce la comune volontà di fare di questo evento una occasione per ragionare assieme alla città su molti argomenti che non riguardano solo il mondo lgtb, ma più in generale i diritti civili e una cultura inclusiva.
Saranno organizzati incontri con personalità significative della cultura, sport, professioni.
Sarete informati dell’avanzamento lavori, ma siete anche invitati a partecipare in prima persona con proposte e per dare una mano alla organizzazione che richiederà grandi sforzi anche economici.
Qui di seguito i punti qualificanti attorno ai quali si organizzerà il pride.
Unire la città
Il termine Pride nasce nel ’69 negli USA, dalla ribellione da parte della comunità LGBT che gravitava intorno ad un locale del Greenwich Village, lo Stonewall, contro l’ennesima violenza della polizia.
Sono state quelle “le rivolte che hanno acceso la Rivoluzione Gay”.
Pride esprime, quindi, il concetto di un “orgoglio” che sa rivendicare in prima persona il diritto alla propria identità negata, la dignità di vite non omologate, la consapevolezza della necessità di un percorso comune e il più possibile inclusivo. E sono proprio queste caratteristiche a fare del Pride un’opportunità per mettere in relazione movimenti e lotte che si basano sull’autodeterminazione, sulla difesa del diritto ad una vita dignitosa sia sul piano personale sia su quello sociale, ambientale e politico. Un processo trasversale in grado di ” contaminare” la città con i propri percorsi comunitari di non violenza per la creazione di un senso comune.

Laicità istituzionale
La laicità dello stato è un elemento base di qualsiasi ragionamento sulla libertà dell’individuo e della società nel suo insieme. L’art. 7 della costituzione italiana afferma chiaramente l’indipendenza e la sovranità dello stato italiano in rapporto alle confessioni religiose, un principio che l’analisi delle vicende politiche e sociali italiane dimostra non sempre rispettato, (vedi ad esempio le limitazioni relative alle disposizioni legislative suoi temi quali l’aborto, la fecondazione assistita ecc). Occorre recuperare e riaffermare quella volontà maggioritaria di rivendicare il ruolo dello Stato come garante nell’accesso ai diritti per tutti i cittadini e le cittadine che consentì nel nostro Paese, qualche decennio fa, l’approvazione e poi la conferma delle leggi sul divorzio e sull’aborto.

Legge contro l’omotransfobia
Una legge contro l’omotransfobia si dimostra più che mai necessaria in un contesto sociale e politico di violenza e di ipocrisia quotidiane. La violenza trans-omofobica rappresenta infatti un fenomeno specifico, equiparabile a reati quali il femminicidio, il razzismo, e il bullismo in quanto tale richiede una formale e adeguata risposta.

Matrimonio Egualitario
Nell’obbiettivo comune di un futuro verso l’uguaglianza, parlare di matrimonio tra persone dello stesso sesso è una delle principali rivendicazioni nella lotta per il riconoscimento dei pieni diritti civili.
Una questione politica nata dal bisogno di cancellare dalle legislazioni la disparità di trattamento fra unioni eterosessuali e unioni omosessuali, sul principio che le relazioni d’amore tra adulti consenzienti – siano esse tra persone di sesso diverso o dello stesso sesso – debbono trovare da parte dello Stato piena dignità e pieno riconoscimento simbolico, oltre che di diritti.
«La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare». (Costituzione Italiana)

Adozione per tutti e famiglie omogenitoriali
Ciò che è importante per il benessere dei bambini e delle bambine – come emerge ormai da molti anni dalle ricerche psicologiche e sociologiche – è la qualità dell’ambiente che i genitori e il contesto sociale forniscono loro, indipendentemente dal fatto che essi siano sposati, conviventi, separati, risposati, single, dello stesso sesso. Non vi sono , dunque, valide ragioni per continuare a confermare l’esclusione delle coppie eterosessuali non sposate, delle coppie omosessuali e delle persone single dalla possibilità di adozione esterna.
Inoltre, non si può continuare a far pagare a figli e figlie delle persone omosessuali ritardi e ostracismi in ambito politico; occorre ricordare che un contesto ostile reca danno in primo luogo alle bambine e ai bambini. Il riconoscimento giuridico delle famiglie omogenitoriali è essenziale per dare piena tutela ai/alle minori che vivono in questi contesti; il riconoscimento sociale è essenziale per dare loro piena dignità in tutti gli ambiti, a partire da quello scolastico.

I diritti delle persone LGBT come diritti umani fondamentali
L’omosessualità è reato in 72 Paesi del mondo e in 13 di essi è punibile con la pena capitale (report ILGA giugno 2016). In questi Stati lesbiche, gay e trans sono quotidianamente vittime di pesanti persecuzioni: violenze, arresti arbitrari, stupro correttivo, allontanamento dalla propria comunità. Da qui la necessità per molte persone LGBT di provare a cercare, fuori dai propri confini nazionali, protezione, libertà, futuro. Vogliamo quindi proporre una doppia riflessione che si focalizzi da un lato sulla condizione di coloro che arrivano in Italia, e in particolare nel bresciano, come richiedenti asilo, dall’altro approfondisca la conoscenza della situazione di quei Paesi in cui l’omofobia è istituzionalizzata, anche alla luce del ruolo ambiguo dell’Occidente rispetto a queste tematiche.

Stereotipi di genere, discriminazioni, bullismo e violenza di genere
Stereotipi, bullismo, discriminazioni di genere NON devono più essere argomento di preoccupazione, NON possono far parte della quotidianità di una società che vuole creare l’uguaglianza e il rispetto verso il prossimo e la natura che vive in esso. Dobbiamo lavorare insieme per sensibilizzare maggiormente al rispetto verso tutti. Insegnare ai più piccoli che la diversità è un punto di forza per crescere una società migliore. La tutela del più debole corrisponde ad una società attenta, forte e inclusiva. Non ci sono persone da riparare, cambiare o accogliere. Ci sono persone da apprezzare e stimare nella loro unicità di individui diversi.

Malattie a trasmissione sessuale
In un contesto segnato da una enorme incidenza di malattie a trasmissione sessuale reputiamo necessario che le associazioni e le istituzioni pubbliche, prime responsabili della salute pubblica di cittadine e cittadini, si attivino per la diffusione di buone pratiche finalizzate a una sessualità libera ma responsabile, attivando meccanismi informativi e preventivi in grado di arrestare il fenomeno preoccupante della diffusione di MTS in tutta la popolazione, con particolare attenzione alle fasce più giovani.

Inserimento al lavoro delle persone transessuali
Per le persone transessuali il diritto al lavoro non è garantito. Il lavoro rappresenta una delle questioni problematiche dell’esperienza transessuale. Il pregiudizio trans fobico limita enormemente le possibilità di accesso a tutti i tipi di lavoro anche in presenza di competenze e professionalità riconosciute. Compromette la stabilità e la sicurezza di tutte/i i lavoratori transessuali che intraprendono un percorso di transizione quando hanno già un’occupazione. Mobbing, licenziamenti, precarietà sono costanti nella vita della maggioranza delle persone transessuali. Questi problemi si possono contenere o ridurre attraverso regole, leggi e servizi che tutelano la persona ed è fondamentale che legislatori e amministratori si attivino in tempi brevi.

Consapevolezza di sé
Ogni essere umano nasce unico, inimitabile, prezioso, ricco di potenzialità, terreno fertile per la felicità e la libertà che saprà scoprire e costruire lungo il percorso della propria vita. L’importanza fondamentale del Sé è quella di definirsi come individuo e di scoprire, attraverso le risposte alla domanda “Chi sono io?”, che cosa ci rende unici come essere umani. L’obiettivo dovrebbe essere quello di essere consapevoli di se stessi, di percepire la propria autostima e di potersi specchiare negli occhi di chi ci sta di fronte senza essere guardati attraverso un filtro fatto di preconcetti. Spesso, però, i pregiudizi sociali, le regole familiari, le aspettative del gruppo di appartenenza ci condizionano a tal punto da credere che l’unico percorso per lo sviluppo dell’essere umano sia quello di aderire il più possibile a modelli stereotipati, dettati da convenzioni e regole appartenenti al periodo storico e sociale in cui viviamo. Per uno sviluppo armonico della persona, invece, è fondamentale che ci si senta “autorizzati” e che venga garantita la libertà di esplorare ed esprimere i propri desideri, i propri bisogni, i propri talenti, che nasca la consapevolezza della propria unicità e che si crei lo spazio sociale e affettivo per esprimerla.

Rete RE.A.DY
Il Comune di Brescia ha aderito nel 2014 alla Rete Ready, rete di pubbliche amministrazioni contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Con la sottoscrizione della carta d’intenti della Rete, il Comune si è impegnato, tra l’altro, ad attivare azioni volte a promuovere l’identità, la dignità e i diritti delle persone LGBT e a riconoscere le loro scelte individuali e affettive, nei diversi ambiti della vita familiare, sociale, culturale, lavorativa e della salute; ad organizzare iniziative culturali e azioni di informazione e sensibilizzazione che coinvolgano la popolazione e i soggetti pubblici e privati; ad attivare collaborazioni con le associazioni per valorizzarne le attività, sviluppare percorsi formativi e iniziative comuni, secondo modelli di amministrazione condivisa e di cittadinanza attiva. E’ tempo che questi impegni vengano rispettati.
Brixia PRIDE 2017 Camera del lavoro, BS – 26/10/2016 pag.1 di 2

 

 

Testo del Manifesto per una Convivenza Civile e Inclusiva

 

MANIFESTO PER UNA CONVIVENZA CIVILE E INCLUSIVA

Ultimamente si sta diffondendo – soprattutto in territorio bresciano, ma non solo – la convinzione che una fantomatica ideologia “Gender” stia mettendo in pericolo la famiglia, insinuandosi nelle norme di legge (107/2015) e proposte (Ddl Cirinnà).

Preoccupa vedere che sono diffuse notizie assolutamente infondate che stravolgono volutamente il contenuto stesso di quei testi.

Preoccupa vedere che queste infondate notizie creano allarme e grande senso d’insicurezza e non contribuiscono a creare quel clima di serena convivenza civile che, al contrario, dovremmo sentirci chiamati e chiamate a costruire insieme, se davvero crediamo nella democrazia, nella pacifica convivenza, nella giustizia.

Preoccupa vedere avanzare pensieri che mirano a distruggere ciò che con tanta fatica si sta costruendo in decenni di democrazia:

  • parità tra i sessi
  • dignità di ogni persona
  • apertura alle diversità come valori
  • riconoscimento dei diritti inalienabili di ogni cittadina e ogni cittadino.

Preoccupa vedere che, attraverso false notizie, si getta discredito su un’istituzione così importante come la scuola e, in generale, si umilia un’idea di società democratica basata sui principi fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione.

La nostra idea di società democratica si fonda, al contrario,

su queste convinzioni:

  • E’ necessario promuovere, in ogni contesto e luogo, una cultura del rispetto, unica strada per costruire una società pacifica.
  • Occorre combattere pregiudizi e stereotipi che riguardano i ruoli delle persone, affinché ogni donna e ogni uomo possa trovare la personale realizzazione ed esprimere al meglio le proprie potenzialità.
  • Sentiamo la necessità di una costante riflessione su come vivere la condizione di femmina e di maschio, al fine di dare dignità alle forme con cui ogni persona realizza il proprio bisogno di legami affettivi.
  • Vogliamo che la scuola sia, sempre più, luogo di apprendimento della convivenza civile, attraverso l’educazione al confronto.
  • Riteniamo che tra i compiti prioritari della scuola, pubblica e privata, ci sia quello di insegnare la pratica dei principi della Costituzione.
  • Rifiutiamo ogni ideologia o pratica che miri a gettare discredito sulle istituzioni democratiche e, in particolare, sulla scuola: diffondere la convinzione che l’educazione ottimale è quella che si riceve solo nel chiuso di pratiche parentali, significa preparare una società fatta di piccoli clan in guerra tra loro, ben lontana dal respiro di libertà e cultura contenuto nella Costituzione.
  • Denunciamo il dilagare di atti di violenza, bullismo e discriminazione, sia nella scuola, sia nel più ampio contesto sociale. In una società democratica e giusta nessuno deve sentirsi autorizzato a esercitare violenza fisica e/o psicologica su altri individui, diffondendo la convinzione che situazioni personali, che si discostano da un presunto concetto di normalità, siano da stigmatizzare.
  • Siamo consapevoli della complessità sociale e culturale della nostra epoca e degli anni futuri: per questo vogliamo promuovere una concezione della pluralità al passo coi tempi, in uno spirito di laicità inclusiva che consenta il rispetto fra concezioni etiche e religiose differenti, di confronto fra individui, di conoscenza fra culture, di rifiuto di ogni tentativo di trasformare le legittime appartenenze in occasioni di prevaricazione e forzatura.
  • Riteniamo necessario e urgente il più ampio coinvolgimento civile su questi temi.

Invitiamo cittadine e cittadini, associazioni, movimenti, realtà culturali e sociali, a sottoscrivere questo manifesto e a seguire e a partecipare alle iniziative che verranno poste in essere.

Le nuove adesioni possono essere inviate all’indirizzo e-mail:

manifesto2015@libero.it

indicando cognome, nome, professione, luogo di residenza

perché il manifesto?

A fine ottobre un gruppo di persone diverse, accomunate dalla volontà di aprire un confronto serio sui temi dei diritti civili e del ruolo della scuola per la diffusione di una cultura del rispetto e della valorizzazione delle diversità, ha redatto un “Manifesto Per Una Convivenza Civile e Inclusiva” che ha fin da subito raccolto adesioni significative nella nostra città (Brescia) e provincia. Il gruppo promotore è quanto mai variegato dal punto di vista delle provenienze professionali e di appartenenza. Il gruppo è nato come confronto tra persone e, sebbene inevitabilmente ciascuno abbia sue personali convinzioni politiche e religiose, non vogliamo che questa iniziativa assuma connotati riconducibili a nessuna sigla.  Vogliamo solo capire come diffondere una cultura del rispetto, in linea con i principi della Costituzione Italiana e della tradizione culturale dell’Europa. Si tratta, ora, di ragionare insieme sulle iniziative da attivare per proseguire e allargare il confronto su questi temi nel nostro contesto territoriale. Per rendere pubblico il manifesto, raccogliere nuove adesioni e capire assieme quali iniziative progettare, abbiamo indetto un incontro pubblico per mercoledì 9 dicembre ore 18,15 presso Caffè Letterario in via Beccaria a Brescia.